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Controlli Non Distruttivi: quando l’assenza di difetti visibili non è una garanzia

I Controlli Non Distruttivi (CND) – conosciuti anche come PND (Prove Non Distruttive) - rappresentano uno degli strumenti più efficaci per l’individuazione di difetti, prevenire criticità, ridurre i rischi e assicurare continuità operativa, senza alterare i componenti analizzati.

Garantire l’integrità di attrezzature, impianti e strutture è una responsabilità che riguarda ogni organizzazione, indipendentemente dal settore.
Questi controlli possono essere svolti solamente da personale qualificato, tramite il superamento di un esame per il metodo specifico, con rilascio di certificato da parte di un organismo accreditato.
In questa newsletter troverai alcune pillole utili per cominciare ad orientarti tra obblighi normativi, applicazioni volontarie e ambiti in cui i CND diventano un supporto strategico.


Perché i CND sono sempre più essenziali per la sicurezza

I Controlli Non Distruttivi consentono di valutare lo stato di un componente o di una struttura senza comprometterne le caratteristiche chimico-fisiche.

Sono sempre più utilizzati perché permettono di:

  • garantire la conformità alle normative
  • valutare l’integrità di componenti e strutture
  • prevenire guasti e fermi impianto
  • supportare decisioni tecniche basate su evidenze reali e misurabili

I metodi di controllo sono molteplici e questo permette la loro applicabilità in vari ambiti.


Quando i CND sono obbligatori

Attrezzature a pressione (PED – D.Lgs. 81/08)

Ai fini della marcatura CE di apparecchi a pressione con giunti saldati, è obbligatorio effettuare CND su un campione di saldature. Generalmente i metodi utilizzati sono Radiografie (RT) ed Esame Visivo (VT).

Una volta messe in esercizio molte attrezzature/insiemi richiedono controlli periodici per dimostrarne l’integrità e garantirne la sicurezza.
Il metodo più efficace riconosciuto dalle normative vigenti è costituito dagli Ultrasuoni (UT) con misurazione degli spessori, le cosiddette spessimetrie (UT-t).

Controlli periodici su impianti fotovoltaici per il rinnovo del CPI (Certificato di Prevenzione Incendi)

Il Ministero degli Interni (dipartimento dei Vigili del Fuoco) ha emesso il 01/09/2025 la linea guida di prevenzione incendi per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione di impianti fotovoltaici – DCPREV_1403_010925.

La linea guida introduce l’obbligo, ai fini del rinnovo del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI), di eseguire almeno una volta ogni due anni un’indagine termografica certificata sugli impianti fotovoltaici (generatori e B.O.S. – Balance Of Systems) utilizzando il metodo della Termografia a infrarossi (TT).

Inoltre, la termografia, in quanto CND, trova le sue massime applicazioni in ambito industriale, edile, veterinario e agricolo.


Conoscere la vita residua di attrezzature e strutture

I CND supportano analisi fondamentali su:

  • attrezzature di sollevamento soggette a verifica ventennale
  • strutture metalliche e carpenterie
  • componenti soggetti a fatica
  • giunti saldati
  • materiali isolanti
  • apparecchiature/componentistica elettrica

Permettono di stimare la vita residua, valutare la necessità di interventi e pianificare manutenzioni mirate.

Focus: stabilimenti Seveso e impianti a rischio rilevante

Negli stabilimenti soggetti alla Direttiva Seveso, i CND rappresentano una parte essenziale delle attività di controllo e monitoraggio.
In questi contesti costituiscono una misura di prevenzione primaria, a supporto della sicurezza degli impianti e della gestione del rischio industriale.


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